Cosa abbiamo fatto nel 2016

Cosa abbiamo fatto nel 2016


La situazione di insicurezza si è aggravata a partire dal luglio 2016 e ciò ha impedito di completare alcuni programmi che erano stati pianificati e finanziati.

Nel 2016 sono stati inviati in Sud Sudan € 30.420, tutti provenienti da donazioni di privati.

A Nzara la situazione è rimasta calma e abbiamo proseguito senza problemi con i due programmi in corso: le borse di studio (una cinquantina) per la scuola media secondaria e gli aiuti (borse di studio per la scuola primaria, cibo, ecc. ecc.) ai bambini (oltre 300) dell’Associazione Rainbow che si occupa dei malati di AIDS, dei loro figli e dei loro orfani. Purtroppo Manos Unidas ha deciso di non finanziare una ulteriore espansione della scuola primaria (erano necessarie altre 4 aule) a causa della guerra civile in corso: ritorneremo alla carica a guerra finita.

La popolazione di Li-Rangu ha abbandonato il villaggio dopo una battaglia tra governativi e ribelli ed è ora in un campo profughi vicino a Nzara. La scuola di Li-Rangu, che avevamo costruito anni fa, è ora probabilmente usata come caserma da parte dei ribelli. Essendo una costruzione solida, pensiamo che non abbia avuto danni rilevanti ma, a pace fatta, avrà bisogno nuovamente di banchi, ecc. ecc.

A Makpandu (campo profughi vicino a Rimenze) abbiamo proseguito col l’aiuto alla scuola materna (cibo per gli oltre 300 bambini) e alla scuola media secondaria (stipendi ai professori).

A Rimenze le cose sono andate un po’ a rilento a causa dell’insicurezza nella zona e della difficoltà di ottenere dollari dalla banca di Yambio (con l’iperinflazione in corso, gli acquisti importanti si fanno in dollari). Alla fine del 2016 avevamo in cassa a Rimenze dei fondi non spesi che verranno utilizzati nel corso del 2017. Risultati ottenuti nel corso dell’anno:
Suor Rosa ha partecipato a un corso di formazione presso la società Agrilatina (Latina) e ha riportato a Rimenze alcune pianticelle di patate dolci. La coltivazione di queste piante ha portato a un raccolto eccezionale (circa 23 tonnellate di patate dolci). Parte del raccolto è stato donato a Makpandu per aiutare un gruppo di anziani poveri (76) e i bambini della scuola materna.



E’ stata costruita la tettoria, nei pressi del convento che verrà utilizzata per svolgervi corsi di formazione anche da parte della parrocchia. Purtroppo ha ancora il pavimento in terra battuta: il muratore è scappato per l’insicurezza prima di terminare il lavoro.






Il falegname al quale abbiamo dato una borsa di studio per imparare il mestiere è ora al lavoro ma sotto un albero di mango: non è ancora stato possibile costruire il piccolo edificio per la falegnameria. Alcuni attrezzi sono arrivati ma, altri, già ordinati in Uganda non sono ancora arrivati.






Altre 3 famiglie hanno ricevuto i porcellini da allevare e materiali per costruirsi le porcilaie. A suo tempo (quando i porcellini saranno cresciuti e avranno figliato) restituiranno dei porcellini al convento per consentire a Suor Rosa di dare il beneficio al altre famiglie






Ai 3 seminari organizzati nel 2016 hanno partecipato 84 donne. Materie le solite: igiene, nutrizione, utilizzo di alcune piante medicinali, importanza di avere alberi da frutto al fine di incrementare l’apporto vitaminico. E’ stata incoraggiata la coltivazione della varietà di patata dolce importata dall’Italia.




La scuola materna continua a funzionare molto bene: ha 165 alunni divisi in 4 classi. Sono stati acquistati altri libri e della cancelleria. Purtroppo non è stato possibile l’acquisto previsto del generatore di corrente elettrica, dell’apparecchio TV e del computer: si spera poterlo fare il prossimo anno se la situazione di sicurezza migliorerà.
Il programma per la raccolta dell’acqua piovana presso le famiglie è andato molto a rilento per i soliti problemi di sicurezza. Sono stati acquistati dei materiali.
John Tamoata non ha potuto terminare il suo corso universitario in agronomia a Wau (gli abbiamo dato una borsa di studio) perché l’università è stata chiusa a causa della guerra civile. Non ha neanche potuto tornare a Rimenze, come aveva fatto negli scorsi anni, per mettere in pratica nella fattoria di Suor Rosa quanto imparato all’università.

Il programma per la prevenzione della malaria è proseguito ma non è stato possibile l’acquisto previsto di zanzariere trattate con insetticida. Si è cercato di capire l’impatto del programma di prevenzione sulla popolazione di Rimenze attraverso un questionario: risultati modesti non avendo avuto la possibilità di fare una formazione adeguata agli intervistatori.

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