Cura pastorale e Unzione degli Infermi




La cura pastorale dei malati
e l’Unzione degli Infermi

«Ma quando c'è un malato a volte si pensa: “Chiamiamo il Sacerdote perché venga”; “No, poi porta malafortuna, non chiamiamolo”; oppure “poi si spaventa l’ammalato”.
Perché si pensa questo? Perché c’è un po’ l’idea che dopo il sacerdote arrivano le pompe funebri. E questo non è vero.
Il sacerdote viene per aiutare il malato o l’anziano; per questo è tanto importante la visita dei sacerdoti ai malati. Bisogna chiamare il sacerdote presso il malato e dire: “venga, gli dia l’unzione, lo benedica”. È Gesù stesso che arriva per sollevare il malato, per dargli forza, per dargli speranza, per aiutarlo; anche per perdonargli i peccati. E questo è bellissimo!».
Papa Francesco
Udienza Generale, Piazza San Pietro, mercoledì 26 febbraio 2014



Quando Gesù passò sulla terra, ci manifestò la sua divinità e il suo potere e dominio sul male, oltre che nella sua gloriosa Resurrezione, anche «curando ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo». (Mt 4, 23)
Cristo lasciò questa missione ai suoi Apostoli, quando, pieni di Spirito Santo, furono inviati al mondo intero a portare la sua Salvezza.
Così lo riferisce l’Apostolo Giacomo nella sua lettera: «Chi è malato, chiami a sé i presbiteri della Chiesa e preghino su di lui, dopo averlo unto con olio, nel nome del Signore. E la preghiera fatta con fede salverà il malato: il Signore lo rialzerà e se ha commesso peccati, gli saranno perdonati». (Gc 5, 14-15)

«Con la sacra Unzione degli infermi e la preghiera dei presbiteri, tutta la Chiesa raccomanda gli ammalati al Signore sofferente e glorificato, perchè alleggerisca le loro pene e li salvi, anzi li esorta a unirsi spontaneamente alla passione e alla morte di Cristo, per contribuire così al bene del popolo di Dio». (CCC 1499)

«In passato veniva chiamato “Estrema unzione”, perché era inteso come conforto spirituale nell’imminenza della morte.
Parlare invece di “Unzione degli infermi” ci aiuta ad allargare lo sguardo all’esperienza della malattia e della sofferenza, nell’orizzonte della misericordia di Dio.
E’ sempre bello sapere che nel momento del dolore e della malattia noi non siamo soli: il sacerdote e coloro che sono presenti durante l’Unzione degli infermi rappresentano infatti tutta la comunità cristiana che, come un unico corpo si stringe attorno a chi soffre e ai familiari, alimentando in essi la fede e la speranza, e sostenendoli con la preghiera e il calore fraterno. Ma il conforto più grande deriva dal fatto che a rendersi presente nel Sacramento è lo stesso Signore Gesù, che ci prende per mano, ci accarezza come faceva con gli ammalati e ci ricorda che ormai gli apparteniamo e che nulla - neppure il male e la morte - potrà mai separarci da Lui.
Abbiamo questa abitudine di chiamare il sacerdote perché ai nostri malati – non dico ammalati di influenza, di tre-quattro giorni, ma quando è una malattia seria – e anche ai nostri anziani, venga e dia loro questo Sacramento, questo conforto, questa forza di Gesù per andare avanti? Facciamolo!». (Papa Francesco, Udienza Generale di cui sopra. Vai al testo completo dell’Udienza, cliccando qui)





Queste brevi parole, raccolte dagli insegnamenti della nostra fede, ci facciano sperimentare il calore materno della nostra Santa Madre Chiesa, che con tenerezza cura tutti i suoi figli: sani e malati, giovani ed anziani…; così potremo fare nostra questa bella espressione di Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia: «La mia Chiesa è il mio Dio con cuore di Madre. La mia Chiesa è mia Madre con cuore di Dio!».


Tutti noi Sacerdoti rimaniamo a vostra disposizione per visitare, benedire e confortare con i Sacramenti i malati ed infermi che lo richiedano.  




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