Inno Akathistos per Papa Francesco


Mercoledì 10 Aprile alle ore 19.30 sarà cantato in parrocchia l’Inno liturgico Akathistos per Papa Francesco. Invocheremo la protezione della Madonna per l’inizio del ministero del Papa.
L’Inno liturgico (Akathistos) alla Vergine Maria è stato lungo i secoli e per molte generazioni mezzo sicuro per trovare rifugio, conforto e certezza nel venire esauditi da Colei che tutto può.
Il canto melodioso e sublime delle grandezze della Sempre-Vergine avvicina poderosamente al Cuore della Madre e rende possibile venire esauditi nelle suppliche. Abbiamo la certezza di ottenere ciò che sarà di maggiore Gloria per Dio.
Nostra Signora di Valme, particolarmente incline ad ascoltarci e ad essere sostegno ed aiuto nella prova ci accoglie volentieri per presentare le nostre suppliche presso l’Altissimo. Rivolgendoci a Lei Dio ci ascolta con cuore di Madre!

L’Inno Akathistos
 “Akathistos” si chiama per antonomasia quell’inno liturgico della Chiesa bizantina del secolo V, che fu e resta il modello di molte composizioni innografiche e litaniche, antiche e recenti. Akathistos non è il titolo originario, ma una rubrica: «non-seduti», perché la Chiesa ingiunge di cantarlo o recitarlo «stando in piedi», come si ascolta il Vangelo, in segno di riverente ossequio alla Madre di Dio.
L’Akathistos è una composizione davvero ispirata che canta il mistero della Vergine-Madre nel mistero di Cristo e della Chiesa, e l’evento dell’Incarnazione e del Natale nella luce della Pasqua del Redentore e dei redenti.
La struttura metrica e sillabica dell'Akathistos si ispira alla celeste Gerusalemme descritta dal cap. 21 dell'Apocalisse, da cui desume immagini e numeri: Maria è cantata come identificazione della Chiesa, Sposa Vergine dell'Agnello, in tutto il suo splendore e la sua perfezione.
La prima parte dell'Akathistos (stanze 1-12) segue il ciclo del Natale, ispirato ai Vangeli dell'Infanzia (Lc 1-2; Mt 1-2). Essa propone e canta il mistero dell'incarnazione (stanze 1-4), l'effusione della grazia su Elisabetta e Giovanni (stanza 5),la rivelazione a Giuseppe (stanza 6), l'adorazione dei pastori (stanza 7), l'arrivo e l'adorazione dei magi (stanze 8-10), la fuga in Egitto (stanza 11), l'incontro con Simeone (stanza 12): eventi che superano il dato storico e diventano lettura simbolica della grazia che si effonde, della creatura che l'accoglie, dei pastori che annunciano il Vangelo, dei lontani che giungono alla fede, del popolo di Dio che uscendo dal fonte battesimale percorre il suo luminoso cammino verso la Terra promessa e giunge alla conoscenza profonda del Cristo.
Per questo l’autore lo ha intenzionalmente architettato sui numeri simbolici che rappresentano il Cristo e la Chiesa: il numero 2, che indica le due nature del Figlio – la divina e l’umana – convergenti nell’unica persona del Verbo; e il numero 12, che rivela la Gerusalemme celeste descritta nell’Apocalisse quale Sposa dell’Agnello, risplendente della gloria divina (Ap.19 e 21).
Il Sommo Pontefice Giovanni Paolo II ha presieduto varie celebrazioni dell'Akathistos, e ha concesso per la recita dell'Inno l’indulgenza plenaria e le stesse indulgenze del santo Rosario.

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